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sabato 25 novembre 2017

ARRESTO CARDIACO MENTRE FA SPINNING SALVATO CON IL DEFIBRILLATORE

TREVISO - È stato colto da un attacco cardiaco in palestra, mentre faceva spinning, ed è crollato a terra assieme alla cyclette. Sarebbe morto in pochi minuti se non fosse stato per Matteo, personal trainer della McFit di Strada Ovest, che ha subito preso le redini della situazione, è corso come un razzo ad accendere il defibrillatore, e ha seguito le indicazioni del macchinario e degli infermieri del 118, che al telefono gli hanno spiegato per filo e per segno cosa fare. Ed è così che un decesso quasi ineluttabile, si è trasformato martedì sera in un salvataggio che ha consentito a Luca, 53enne trevigiano, di riprendere i sensi il giorno successivo, dopo un delicato intervento di angioplastica al Ca’ Foncello di Treviso. 

mercoledì 15 novembre 2017

IN ARRIVO UN CONTRIBUTO STATALE PER IL DEFIBRILLATORE IN CONDOMINIO

STIAMO LAVORANDO NELLA GIUSTA DIREZIONE 

Solo pochi giorni fa la notizia della presentazione al MIUR del progetto sperimantale che porterà a partire dall'anno scolastico 2018/19 in tutte scuole d'ITALIA la materia di insegnamento delle TECNICHE di PRIMO SOCCORSO , compreso l'utilizzo del DEFIBRILLATORE ;
oggi un ulteriore bella notizia , Il CONTRIBUTO STATALE nonché la riduzione dell'IVA al 4%
sullo strumento SALVAVITA .
Passi importanti e segno di grande crescita culturale e sociale del nostro Paese , poiché niente
ha più VALORE della VITA STESSA .

Riportiamo per Intero un Articolo dello Studio Cataldi ( Diritto Condominiale ) 


In arrivo il contributo statale per i defibrillatori in condominio

Una proposta di legge appena assegnata all'esame della commissione affari sociali della camera prevede vantaggi fiscali e fondo ad hoc per l'acquisto del defibrillatore 


Un contributo statale per agevolare l'acquisto dei defibrillatori in condominio (Dae) e una riduzione dell'Iva dal 22% al 4%. È quanto prevede una proposta di legge presentata il 29 settembre alla Camera e assegnata in questi giorni alla Commissione Affari Sociali, a prima firma Filippo Gallinella (M5S).
Il testo del ddl recante "Modifica alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, per la riduzione dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto relativa ai defibrillatori semiautomatici e concessione di un contributo per l'acquisto dei medesimi da parte dei condomìni con più di dieci unità abitative" (sotto allegato) si muove, dunque, su due fronti, da un lato la concessione di un contributo statale ai condomini con più di 10 unità abitative che intendono acquistare un Dae e dall'altro la riduzione dell'Iva. 

Defibrillatore può salvare la vita: i dati

Secondo i dati diffusi dal ministero della Salute, le vittime di infarto in Italia sono oltre 70mila l'anno e più dell'80% avviene lontano da ospedali e strutture sanitarie: a casa, sul lavoro, per strada. Ogni anno, in sostanza, circa 1 persona su 1.000 viene colpita da arresto cardiaco e soltanto il 2% riesce a sopravvivere.
Ciò è dovuto, si legge nella relazione che accompagna il ddl, nella maggior parte dei casi, al tempo di intervento dei soccorritori che, mediamente, si aggira intorno a 12-15 minuti: un tempo lunghissimo se si pensa che ogni minuto le percentuali di restare in vita si abbassano del 10 per cento". È indubbio, dunque, che oltre all'importanza della prevenzione e di uno stile di vita sano, "garantire un ambiente cardio-protetto e, quindi, un intervento tempestivo in emergenza è altrettanto importante".

Obbligo defibrillatori: la disciplina

La disciplina sull'obbligo dei defibrillatori esiste già ed è riconducibile al c.d. decreto Balduzzi (dl n 158/2012) che proprio per rispondere a questi numeri "aveva introdotto l'obbligo di dotare gli impianti sportivi professionistici di un defibrillatore semiautomatico esterno (DAE), così da proteggere alcuni dei luoghi in cui è più elevato il rischio di arresti cardiaci, quelli in cui si pratica attività fisica ad elevato impegno cardiocircolatorio". Tale obbligo è stato esteso poi – luglio 2017 – anche alle associazioni o società sportive dilettantistiche.
Sulla scia della normativa Balduzzi, le regioni – alle quali è stato demandato il compito di garantire la diffusione dei defibrillatori non ospedalieri, nonché di predisporre programmi di formazione e corsi di addestramento – hanno portato avanti, in questi anni, proprie iniziative prevedendo la possibilità di dotare, ad esempio, anche alcuni stabilimenti balneari di tale dispositivo salvavita.
Alla luce dei dati forniti e della disciplina vigente, sarebbe opportuno secondo il ddl, rendere anche il condominio un luogo cardio-protetto, considerato che in Italia sono circa 1 milione le residenze condominiali, nelle quali vivono 14 milioni di famiglie. In tal senso, recita ancora la relazione illustrativa, la pdl nasce proprio dalla condivisione di diverse campagne portate avanti da associazioni di amministratori condominiali che, negli ultimi anni, hanno posto l'attenzione sulla questione della cardio-protezione e hanno avanzato proposte a Ministeri, regioni e comuni per redigere una normativa che permetta di dotare di DAE, oltre che gli impianti sportivi, anche i condomini.

Defibrillatori: contributo statale del 50% e riduzione aliquota Iva

Tuttavia, pur essendo oggetti essenziali per gestire le fasi di emergenza in caso di arrestocardio-circolatorio, i defibrillatori sono tassati con un'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto che li accomuna ad oggetti convenzionali.
Da qui, la proposta che mira a ridurre l'aliquota Iva per l'acquisto di Dae dal 22 al 4%, come per gli altri dispositivi medici, oltre a disporre per i condomini con numero di unità abitative superiore a 10 che decidano di dotarsene, una detrazione del 50% del costo di acquisto.
Tali agevolazioni, secondo la pdl, dovrebbero essere elargite attraverso un fondo ad hoc di 5 milioni di euro istituito presso il Mef, accessibili su richiesta del condominio interessato, a condizione che lo stesso attesti la partecipazione di almeno 1 ogni 10 residenti di età pari o superiore a 16 anni a un corso di formazione e di addestramento in materia.
Viene prevista altresì, la promozione della cultura del primo soccorso in emergenza, attraverso campagne di sensibilizzazione mirate.

domenica 12 novembre 2017

C'è DI MEZZO UNA VITA !! ci dispiace per chi non si lascia consigliare ..

La FDA è un'agenzia del Dipartimento di Salute e Servizi Umani .
Protegge la salute pubblica garantendo la Sicurezza ,l'Efficacia dei Farmaci e dei dispositivi MEDICI.

Il primo Novembre la FDA  con una DEnuncia presentata con il Decreto di Consenso ( non Consenso in questo caso ) ammonisce una nota multinazionale che fabbrica Defibrillatori .
Secondo il decreto la nota P...S è responsabile della fabbricazione e della distribuzione di dispositivi
ADULTERATI perché i suoi AED ( sigla americana che sta per automatic external defibrillator )
sono stati fatti in VIOLAZIONE dei requisiti di buona pratica di fabbricazione .
Riportiamo qui per intero il link della FDA :
 https://www.fda.gov/newsevents/newsroom/pressannouncements/ucm583221.htm

Fate voi le valutazioni , ma piuttosto prima di acquistare un DEFIBRILLATORE oggi obbligatorio
per legge ( Decreto Balduzzi ) in tutto il mondo dello Sport , informatevi bene su ciò che acquistate.
LA VITA NON E' UN GIOCO E LA FDA LO SA BENE ..

venerdì 10 novembre 2017

L'ARRESTO CARDIACO NELLO SPORT

Arresto Cardiaco nello sport: come ridurre le morti in campo


Arresto cardiaco: numeri, cause e trattamento

Come abbiamo scritto più volte, ogni anno in Italia vengono colpite da arresto cardiaco più di 60.000 persone. Tra le vittime dell’arresto cardiaco si trovano anziani e cardiopatici, ma anche bambini, giovani e sportivi, purtroppo.
In più dell’80% dei casi, inoltre, l’arresto cardio-circolatorio viene provocato da aritmie maligne che, se non vengono trattate precocemente, conducono inevitabilmente alla morte (Morte Cardiaca Improvvisa, MCI). Tali aritmie sono la Tachicardia Ventricolare (TV) e la Fibrillazione Ventricolare (FV).
In queste circostanze, l’unica terapia efficace in grado di scongiurare la morte certa è la defibrillazione precoce assieme alle opportune manovre di Rianimazione Cardio-Polmonare (RCP).
In caso di tachicardia o di fibrillazione ventricolare il cuore in realtà non è fermo, ma si contrae in maniera caotica. Il risultato di tali contrazioni non coordinate all’interno dei ventricoli cardiaci è che il sangue non riesce ad essere pompato all’interno del nostro corpo. In questo modo, organi vitali, come il cervello, andranno in carenza di ossigenazione.
Per questo motivo, diventa di fondamentale importanza intervenire in maniera tempestiva: entro 4-5 minuti dall’insorgenza dell’evento. Ogni minuto trascorso senza un adeguato soccorso riduce, infatti, del 10% la possibilità di recuperare l’infermo. Pertanto, dopo soli 10 minuti di tempo le probabilità di sopravvivere si riducono praticamente a zero.
Questa drammatica tempistica ha determinato la considerazione che, in caso di arresto cardiaco, le manovre di primo soccorso (rianimazione cardio-polmonare e defibrillazione precoce) debbano essere prestate dal testimone stesso dell’accaduto al fine di mantenere in vita la vittima nell’attesa che sopraggiungano i mezzi di soccorso.
Poiché avviene assai di rado che un arresto cardiaco, come qualunque altro malore, colpisca in presenza di operatori sanitari, sarebbe opportuno che sempre più persone iniziassero a seguire i corsi BLS-D (Basic Life Support and Defibrillation) al fine di imparare ad intervenire in maniera corretta in caso di emergenza.
Durante questi corsi di formazione, per l’appunto, si apprende anche come debbono essere utilizzati i cosiddetti DAE (Defibrillatori Automatici Esterni). Tali strumenti salvavita, infatti, sono nati per poter essere utilizzati anche da personale non sanitario. Una volta accessi e dopo aver collegato nella maniera opportuna gli elettrodi al paziente, saranno i dispositivi stessi che valuteranno la necessità o meno dell’erogazione di una scarica elettrica al cuore del paziente.

Sport e arresto cardiaco

Anche lo sport, come accennato all’inizio di questo articolo, non è esente da un fenomeno così drammatico come l’arresto cardiaco, anche se in realtà ciò che lo determina, generalmente, è una pre-esistente e misconosciuta cardiopatia. Lo sforzo fisico, pertanto, ha il ruolo di fattore precipitante in conseguenza del quale l’apparato cardiovascolare cede.
Da un’indagine condotta dalla Fondazione Giorgio Castelli Onlus, dedicata, appunto, al giovane Giorgio, morto nel febbraio 2006 a causa di un arresto cardiaco che lo ha colpito mentre stava giocando a calcio con i suoi compagni di squadra, i praticanti sport in maniera dilettantistica o amatoriale che sono deceduti durante la pratica di un’attività sportiva dal 2010 al 2014 superano ampiamente le 200 unità. Tali dati, peraltro, sono certamente sottostimati: nel nostro Paese, infatti, non esistono registri che annotino tali decessi (l’unico esistente è attivo in Veneto).
In tutti questi casi l’arresto cardiaco ha colpito prevalentemente persone di sesso maschile con un’età media si soli 35 anni. Le discipline più interessate da questo triste fenomeno sono rappresentate dal calcio e dal calcetto (gli sport di gran lunga più praticati nel nostro Paese), dal ciclismo, dal jogging e dal fitness. Purtroppo, però, nessuna disciplina sportiva ne è immune.
Sempre dall’indagine precedentemente citata è emerso che il 25% delle morti per arresto cardiaco si è verificato in atleti tesserati per le varie Federazioni e quindi sottoposti regolarmente ad accertamenti medici al fine del rilascio dell’idoneità sportiva.
In questo sottogruppo, inoltre, l’arresto cardiaco si è manifestato in egual misura sia nelle competizioni ufficiali che durante gli allenamenti. Nessuna delle vittime, fra l’altro, è stata defibrillata entro i 10 minuti perché in nessun caso era presente un defibrillatore automatico esterno sul luogo dell’evento.

Come limitare le morti per arresto cardiaco

Premesso che l’arresto cardiaco non è eliminabile, è doveroso chiedersi come contenere tale fenomeno di fronte a dati di questa portata.
Per prima cosa sarebbe opportuno che l’accertamento medico per l’idoneità sportiva riguardasse tutti coloro che praticano attività ludico-sportive; tali visite mediche, inoltre, dovrebbero obbligatoriamente comprendere anche l’elettrocardiogramma (ECG) sotto sforzo.
Inoltre, bisognerebbe diffondere su tutto il territorio nazionale una cultura dell’emergenza applicata allo sport, ovvero un insieme di conoscenze pratiche e teoriche che consentano ad un operatore laico di salvare la vita ad una persona colpita da arresto cardiaco. Ovviamente, affinché ciò avvenga, è necessario dotare tutti gli impianti sportivi (e non solo) di defibrillatori automatici esterni, gli unici dispositivi in grado di trattare efficacemente un arresto cardiaco.

Allegati

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    martedì 7 novembre 2017

    ARRESTO CARDIACO IN PALESTRA GIOVANE SALVATO DAL DEFIBRILLATORE

    Arresto cardiaco in palestra: giovane salvato dal defibrillatore



    MESTRE. Un’altra storia a lieto fine grazie alla presenza di un DAEall’interno dell’impianto sportivo.
    Sabato 4 novembre, verso mezzogiorno, un giovane è stato colto da un arresto cardiaco mentre si trovava nella palestra Mc Fit di Marghera, in via Orsato, nella zona del parco commerciale del Panorama.
    Il ragazzo è crollato improvvisamente a terra, privo di sensi, mentre era impegnato in un esercizio. I responsabili della palestra, intuendo la gravità della situazione, sono immediatamente intervenuti azionando il defibrillatore semiautomatico esterno (DAE) presente nella struttura sportiva privata. Un altro addetto dello staff, nel frattempo, ha allertato il 118.
    Sotto il controllo telefonico del personale della centrale del Suem 118, i responsabili della palestra hanno proseguito le manovre salva-vita sino all’arrivo dell’ambulanza e dell’automedica con a bordo un medico rianimatore.
    Giunti presso il paziente, i sanitari hanno preso il controllo della situazione utilizzando un’altra volta il defibrillatore, riuscendo così a stabilizzare le condizioni del giovane. In seguito, il paziente è stato trasportato d’urgenza all’ospedale dell’Angelo dove si trova ricoverato nel reparto di rianimazione, con una prognosi al momento riservata. I medici, infatti, stanno verificando tutta una serie di parametri per comprendere la causa del collasso.
    Ancora una volta, dunque, il lieto fine di questa vicenda è stato assicurato dalla presenza di un defibrillatore all’interno della palestra, presidio salva-vita fondamentale per intervenire in questi casi, tutt’altro che rari.  Ovunque si faccia sport o si pratichino attività fisiche, dunque, è essenziale la presenza dei DAE.