martedì 22 maggio 2018

ARRESTO CARDIACO IMPROVVISO E SPORT: L'IMPORTANZA DEL DEFIBRILLATORE

ARRESTO CARDIACO IMPROVVISO E SPORT: L'IMPORTANZA DEL DEFIBRILLATORE❤️‼️
Pochi mesi fa siamo stati tutti sconvolti dalla morte di un grande calciatore come Davide Astori. Prima di lui ci sono stati numerosi altri casi di famosi giovani sportivi morti improvvisamente per arresto cardiaco come i calciatori Piermario Morosini e Marc-Vivien Foé, il nuotatore norvegese Dale Oen o il pallavolista Vigo Bovolenta e probabilmente non saranno gli ultimi. La morte di un giovane atleta è una catastrofe, un duro colpo non solo per familiari, compagni e amici ma per tutta la società che vede negli sportivi delle “icone di salute” ed un evento del genere provoca sconforto e sfiducia anche verso tutte quelle pratiche mediche di screening a cui ogni atleta si sottopone che si sono dimostrate incapaci di prevedere simili situazioni. L’aspettativa che si genera da una visita medico-sportiva è altissima, e se superata con successo ci si sente “sani come un pesce” e al di fuori di ogni rischio. In realtà molte delle patologie non sono diagnosticabili tramite le tecniche utilizzate nello screening di massa o in una normale visita cardiologica.
Andando a vedere i numeri sono davvero impressionanti. La morte cardiaca improvvisa colpisce soprattutto giovani atleti, secondo uno studio tutto italiano nel nostro Paese 1/25000 giovani atleti competitivi di età compresa tra i 12 e i 35 anni vanno incontro a questo tipo di eventi, sono circa 100 atleti (agonisti e non) l’anno ovvero quasi un morto ogni tre giorni [1]. Le cause sono solitamente anomalie strutturali o elettriche del cuore, a volte può esserci un evento di commotio cordis (descritto in un post di qualche settimana fa) o di alcune rare patologie congenite e nel 2% dei casi nell’esame post mortem non si riesce a risalire alla causa del decesso.
Ma per un evento così catastrofico e così difficilmente prevedibile abbiamo un’arma molto efficace ma purtroppo ancora poco diffusa: i defibrillatori automatici esterni (DAE). Nell’80% dei casi circa la causa dell’arresto è una fibrillazione ventricolare per la quale l’unico trattamento efficace è proprio la defibrillazione elettrica. Moltissimi studi hanno osservato che la presenza di un DAE nelle strutture più a rischio (impianti sportivi, scuole ecc.) abbia aumentato esponenzialmente la probabilità di sopravvivenza ad un arresto cardiaco [2][3][4][5]. Il principale determinante della sopravvivenza dopo arresto cardiaco è infatti il tempo che intercorre tra la caduta e la defibrillazione. L’attivazione dei soccorsi è però spesso troppo lenta per effettuare un intervento efficace, allora un primo aiuto deve necessariamente provenire da chi si trova già sul posto. Una sorta di barriera culturale ha però impedito/impedisce la diffusione del DAE, sarà pericoloso? E se lo faccio male? E se peggiorassi la situazione?... non c’è da avere alcuna paura nell’utilizzare il DAE, è un apparecchio fantastico con il quale è impossibile sbagliare, al massimo si salva una vita.
I DAE sono apparecchi estremamente accurati e sofisticati che non permettono mai uno shock se non ci troviamo di fronte ad una situazione di fibrillazione/tachicardia ventricolare (è in grado di fare un’opportuna diagnosi), è perciò impossibile arrecare danno a noi ed agli altri. Rimane molto importante organizzare un sistema di defibrillazione precoce in ambito sportivo, nelle scuole e nei luoghi pubblici/più frequentati in generale, formare dei primi soccorritori in grado di saper effettuare una manovra di basic life support (BLS) ed utilizzare un DAE (anche se può essere utilizzato da tutti, anche con la guida telefonica degli operatori del 118) ed informare più gente possibile sulla posizione del DAE più vicino che deve essere anche adeguatamente segnalato (si consiglia sempre di eccedere con la segnalazione). È poi fondamentale saper riconoscere un arresto cardiaco poiché spesso si tende a sottovalutare le cause di un collasso, mentre con un intervento tempestivo le probabilità di sopravvivenza sarebbero molto più alte.
Dunque l’arresto cardiaco nei giovani sportivi è un evento drammatico che può essere trattato con successo se si interviene tempestivamente tramite l’uso di un defibrillatore elettrico che può essere utilizzato da tutti. Per questi motivi dal 1° luglio 2017 grazie al decreto Balduzzi i dispositivi salvavita sono obbligatori in qualunque impianto sportivo.


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